Dall'orinatoio di Duchamp al cesso d'oro di Cattelan. Un secolo di pseudo Arte nella lucida analisi di Francesco Bonami

di Tommaso Romano Leggo da quando ho imparato a leggere: libri decisivi, saggi fondanti, poesie sublimi, critica e scienze umane variamente assortite. Senza esagerare e senza falsa umiltà esibita come una onorificenza, sono diverse migliaia i volumi che accarezzo, divoro, essi mi lasciano insonne; o che invece abbandono, quasi mai tornandovi, dopo poche pagine, che trovo a volte inutili altre ripugnanti. È la storia del libro e della cultura, più vastamente intesa. Al mestiere di lettore, che è piacere e a volte sofferenza anche fisica, da gran tempo, autarchicamente come è mio costume e con delle stelle polari di riferimento che si chiamano – nel campo suddetto – Piero Gobetti, Leo Longanesi, Giovanni Volpe e Vanni Scheiwiller, produco molti libri miei e di molti altri, fogli, riviste di due soli numeri o antiche di trent’anni e viventi. A qualcuno è nota la mia dedizione alla causa dell’arte. Con innamoramenti mai rinnegati (il Futurismo) ma superati nell’ideologia, e con ...