Un politico poco illustre
di Vincenzo Gennaro
La cultura è l’essenza di ciò che rimane in te quando
hai dimenticato tutto quello che hai studiato sui libri.
Un illustre politico e importante ministro della repubblica
qualche tempo fa, se non ricordo male, ha detto “..con la cultura non si mangia
forse voleva dire non si mancia….”Non per spirito di contraddizione
e forse sbagliando, io sono stato sempre convinto invece che senza
cultura non si vive, convinto che la storia della umanità è la storia delle
innumerevoli culture nate e cresciute sotto molti cieli, la storia delle arti e
delle religioni, delle letterature e delle tradizioni e così via.
Forse sbaglio, mi sono detto a causa della mia imperdonabile
ignoranza, forse il Ministro ha ragione, ma lui come avrebbe potuto
raggiungere il suo status sociale senza cultura, lui che ha vissuto da
sultano e non da esodato, ne con la pensione sociale, lui che ha vissuto e vive
grazie ad osceni e scandalosi vitalizi e incarichi cumulabili all’infinito.
Sicuramente a lui è sfuggito in un momento di distrazione,
in mille faccende affaccendato per gli affari suoi, che la cultura è
anche l’architettura rurale spontanea, l’invenzione della agricoltura,
dell’artigianato e lo sviluppo delle scienze, l’evoluzione delle lingue scritte
e parlate, l’invenzione della ruota e dell’arco, del telaio meccanico e della
macchina a vapore, l’evoluzione della architettura e dell’urbanistica, le arti,
la musica e la medicina,.
Ma l’umanità non è forse sopravvissuta per lunghi
sette milioni di anni, grazie alla ricerca di nuove forme di sussistenza
elaborate dalla cultura e dalla umana intelligenza senza le quali ci saremmo
estinti.
Ma la cultura oltre a nutrire i nostri corpi non nutre
forse le nostre menti e le nostre anime, non prepara forse il nostro futuro e
quello dei nostri figli. Provate ad immaginare le nostre città ed i nostri
borghi senza le impronte della cultura tramandata da nostri antenati, dovremmo
ripartire ogni giorno da zero, cacciare, raccogliere erbe e frutta spontanei
camminando a quattro zampe e conservare il fuoco acceso per non farlo
spegnere, ritornare al troglodita che è in noi, con la clava davanti all’uscio
della caverna per difendere la prole.
Ma nei testi gnostici non c’era forse scritto che la
sapienza rende liberi e l’ignoranza rende schiavi, forse per questo c’è
una politica nemica della cultura, per questo la snobba e la deprime e
vuole solo servi sciocchi e ignoranti attorno a se, facili da gestire come i
lavoratori primitivi creati da una mutazione genetica da Enki ed Isthar
per lavorare nelle miniere d’oro della Nubia poi ceduti anche al fratello Enlil
per coltivare la valle dell’Eden con il divieto di mangiare il frutto
dell’albero della conoscenza che il avrebbe indotti alla disubbidienza e alla
ribellione.
Così infatti è andata e furono maledetti per sempre e
cacciati dalla valle dell’Eden ed errarono e vagano ancora oggi sulla la
terra come tutti i profughi e i migranti del mondo. La storia continua e si
ripete se un Ministro sostiene ancora oggi che con la cultura non si mangia,
nel senso forse che se un popolo si istruisce, loro i governanti possono
mangiare un po meno, dovranno rinunciare a qualche privilegio, ad osceni
vitalizi mentre i nuovi poveri cercano nei cassonetti qualcosa per
sopravvivere
Commenti
Posta un commento