Sulla bellezza
di Marcello Veneziani
Il guaio è che
la bellezza sta, invece il brutto avanza, si muove, parla, fa. La bellezza è
inerte, passiva, inerme, mentre il brutto avanza, incide, si agita. La bellezza
è un retaggio, un lignaggio, a volte una rovina, comunque declinata al passato
o sperduta nell'antico, mentre la bruttezza è un linguaggio, un modo di fare,
di intendere e di volere, tra la tecnica e l'amministrazione. Questa è la
nostra tragedia economica e metafisica, estetica e sociale, urbanistica e
letteraria. Il bello è, il brutto diviene; il bello posa, il brutto è in moto
perpetuo. Il bello attiene alla sfera dell'essere ma non a quella dell'eterno e
dell'immutabile. Il brutto, invece, attiene alla sfera del fare e del divenire,
ed è virale, espansivo, progressivo.
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