VOCI DELL’ANIMA GRECA

di Vincenzo Gennaro

Nella notte dei tempi una lussureggiante valle della catena dei monti Zagros divenne il punto di partenza della lunga marcia della civiltà. In questo luogo l’umanità abbandonò il neolitico, la tarda età della pietra e attraverso impercorribili passi di montagna prima verso est e poi verso sud si avvia al calcolitico, l’età del rame ed in seguito verso l’antica età del bronzo.
Non sappiamo cosa abbia generato queste migrazioni non è escluso però che sia stato un drammatico cambiamento climatico. Chi erano questi uomini che si accingevano ad emigrare dall’Armenia alla Mesopotamia.
Si trattava di un gruppo di qualche centinaia di individui che si era inizialmente insediato in una valle del lago Urmia. Era la mitica terra del sorgere del sole, un giardino paradisiaco degno della dimora degli Dei.
A ovest dell’insediamento un paludoso delta di un fiume che si gettava nel lago. La bibbia non dà un nome a questo fiume , ma abbiamo imparato a conoscerlo come il fiume del giardino dell’Eden .
Gli ebrei di Alessandria quando composero la versione greca della Bibbia ebraica chiamarono questo luogo paradiso che significa giardino cinto da mura, i nativi chiamarono la valle Tilmun che significa terra dei viventi.
Era il luogo dal quale secondo i sumeri del periodo successivo provenivano i loro Dei (Enki-Ea-Ya-Yahweh) Ninhursag (la madre di tutti i viventi) Eva chiamata anche Inanna, Ishtar, Astarte, Isi) Dumuzi, Asar, Marduk, Ashur,Osiride.
Il fiume dell’Eden si divideva in 4 grandi fiumi Gihon, Pison ,Tigri, Eufrate.
In questa valle dell’Eden piena di frutta, canne, fiori, gigli bianchi la comunità primitiva visse una vita confortevole, credevano nell’altra vita e seppellivano i loro morti con gli oggetti personali comprese statuette dipinte di rosso e dipingevano i resti mortali dei defunti di rosso. La tribù di questi uomini primitivi, il popolo della terra rossa, fu chiamata Adamiti, per migliaia di anni fra i monti Zagros adorarono Yahweh il dio dell’acqua dolce ed il luogo più santo era la sorgente sulla sommità della montagna del Calice che alimentava la rigogliosa vita del giardino dell’Eden. E questo sino all’epoca persiana dei seguaci di Zaratustra.
Tuttavia il luogo più sacro era il sacro pozzo sulla sommità della montagna del Calice, cioè la sorgente delle acque del giardino, l’alto trono del signore della terra, delle acque e degli altri Dei, il popolo della Bibbia lo chiamava Ya oppure Yahweh. Le porte del giardino della creazione erano protette dalla temibile tribù dei kerubini, Karibu, con le loro spade fiammeggianti, cioè i vulcani dell’Arzeibajan.
Il grande capo della tribù era Adamo, portato nel giardino dal suo Dio. Si deduce che la patria originaria poteva essere la valle a Sud del lago Urmia poi chiamata Aratta cioè la terra dei viventi, la tribù si spostò verso est, strinse un’alleanza con una tribù indigena del giardino suggellata con il matrimonio di Adamo con Hawwah cioè Eva, da essi nacquero tre figli o dinastie Caino, Abele, Set.
La storia di Caino ed Abele simboleggia i conflitti fra cacciatori -raccoglitori ed i contadini -allevatori più evoluti, ecco perché il Dio dell’esodo cioè dei nomadi- cacciatori- raccoglitori loda il sacrificio cruento del pastore nomade Abele e disprezza quello dell’agricoltore Caino che ha elaborato un’altra forma di sussistenza alternativa a quella del giardino dell’Eden, con il suo lavoro si era reso indipendente per la sua sopravvivenza non dipendeva più esclusivamente dai doni provvidenziali della natura spontanea che venivano dispensati per grazia di Dio.
In questo il Dio di Abramo si differenzia dal più comprensivo dio creatore sumero Enki.Ea.
Qui nasce una contraddizione .Nel periodo che precede il Diluvio era stato vietato dal Dio di Israele di spargere sangue, anche animale, per nutrirsi, solo dopo, fu consentito all’uomo di uccidere gli animali per cibarsene. Come si giustifica la preferenza di Dio verso il sacrificio cruento di Abele piuttosto che quello di Caino se agli Adamiti era stato imposto di essere vegetariani. Caino deluso dal suo Dio ingrato, lo rinnega, in un impulso di gelosia e delusione uccide Abele ed emigra ad est in cerca di nuove terre e di divinità più comprensive. Trovò una nuova patria nella terra di Nod e da lì si spinsero verso le valli dei Zagros centrali ed infine nella pianura mesopotamica dell’antica Susiana.
Nel 5500 A.C. la grande migrazione. I discendenti di Caino dopo la migrazione ad Est scesero sempre più verso sud sino a che nella valle di Tepe Guran scoprirono la nuova tecnologia della cottura al forno e l’invenzione della ceramica che si diffuse in tutta la regione della valle del Tigri e dell’Eufrate dove si sviluppò la civiltà sumera.

Nel 5000 A.C., Enoch il costruttore è il nuovo condottiero degli Adamiti, raggiunse con la sua tribù la nuova patria di Shinar dove inventarono i mattoni cotti al forno ed il bitume per murarli in luogo della calce ed inventarono le barche di canne per costeggiare il golfo persico sino alla foce del Tigri e dell’Eufrate dove fondarono Eridu, il loro primo insediamento ed un primitivo santuario di canne in onore di Enki, la loro divinità più inportante.  Poi furono fondate Uruk e Ur. La città di coloro che lavorano i metalli Badtibira,la città dei fabbri, della fusione del rame, degli abitanti delle montagne a Nord di Sumer.L’antenato eponimo di questa città è il biblico Tubal Cain la fusione del rame fu un salto sulla via della civiltà.Si organizzò il commercio marittimo con l’Oman ricco di rame.Vincenzo Gennaro

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