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Visualizzazione dei post da gennaio, 2018

Per una Storia dell’arte italiana contemporanea. L’editoriale

di Gian Maria Tosatti Gian Maria Tosatti riflette sull’arte italiana dell’ultimo decennio a partire dal nuovo libro pubblicato da Ludovico Pratesi. Sottolineando la responsabilità di artisti e critica nella costruzione di un panorama dell’arte italiana attuale. Perché l’Italia abbia un’arte contemporanea bisogna che abbia, prima, un’idea di sé, un’identità di nazione o di comunità o, in fin dei conti, di popolo. Per avere un’arte contemporanea bisogna avere una idea filosofica di sé. Questa idea l’Italia non ce l’ha. L’Italia ‒ è triste dirlo – non ha neppure, ormai, una “ideologia” di sé. Parlo dell’Italia perché  il libro di Ludovico  pone l’accento su questo simulacro di identità nazionale. Oggi, però, bisognerebbe chiedersi, piuttosto, cosa sia l’Italia in un mondo globalizzato in cui a rispondere al concetto di “stato-nazione” sono rimasti soltanto i governi, ossia i “padroni di questo concetto”, il popolo, di contro, se ne è già andato altrove da un pezzo e nella prati

Tra Simbolismo e Liberty. Achille Calzi a Faenza

di  Marta Santacatterina C, Faenza ‒ fino al 18 febbraio 2018. Nel 2013 gli eredi decisero di donare ai musei civici un consistente nucleo di materiali d’atelier di Achille Calzi, artista molto noto a Faenza ma del quale non era ancora stata intrapresa alcuna ricerca scientifica. Gli studi sono ora sfociati in una mostra antologica che mette in luce tutta l’eclettica produzione del faentino. Qual è il confine tra artigianato e arte? Se ne discute da secoli, basti pensare al movimento Arts & Crafts che, nell’Inghilterra di  William Morris  e dei Preraffaelliti, coinvolse gli artisti nell’elaborazione di prodotti che non si ponessero solo come pezzi unici, ma che si prestassero a una produzione in serie, ponendo quindi le basi del design. Ma perché parlare di territori e idee lontane in relazione alla mostra  Achille Calzi, tra Simbolismo e Liberty ? Perché il protagonista di questa esposizione monografica – che finalmente, per la prima volta, lo riscopre e rivela al pubblico

Vetro e pittura a confronto. A Venezia

di  Elio Ticca Centro Culturale Candiani, Mestre – fino al 27 maggio 2018. Che relazioni intercorrono fra arte pittorica e arte vetraria, realismo ed espressionismo, accessori e soggetti dei quadri? Una mostra mette a confronto vetro reale e vetro dipinto, celebrando le innovazioni tecniche e stilistiche delle arti veneziane. La versatilità delle superfici riflettenti, in particolare quelle vitree, che possono nascondere senza celare, deformare e illuminare gli oggetti circostanti, sono l’ispirazione dell’ultima mostra ideata da Gabriella Belli, direttrice dei Musei Civici di Venezia, e a cura di Chiara Squarcina:  Attorno al vetro e il suo riflesso nella pittura . La mostra utilizza il parallelismo tra virtualità delle opere pittoriche e tangibilità delle opere in vetro, per evocare problemi artistici complementari: realismo pittorico e sublimazione del reale, stasi e fugacità della rappresentazione, virtuosismo oscillante tra Impressionismo, Simbolismo ed Espressionismo, at

La fotografia scalfisce gli stereotipi. Dialogo con Raffaella Perna

di  Giorgia Basili Raffaella Perna  è l’autrice di volumi significativi come  Arte, fotografia e femminismo in Italia negli anni Settanta  (Postmedia Books, 2013) e curatrice, fra gli altri, di libri quali  Ketty La Rocca. Nuovi studi  (con Francesca Gallo, Postmedia Books, 2015),  Etica e fotografia. Potere, ideologia e violenza dell’immagine fotografica  (con Ilaria Schiaffini, Derive Approdi, 2015). Studiosa entusiasta, curatrice di mostre come  Grandi fotografi a 33 giri  (Auditorium Parco della Musica, Roma 2012), che ha avuto il merito di ripercorrere il rapporto tra copertine di dischi e fotografia d’autore sin dagli Anni Cinquanta; membro dello staff di esperti che ha contribuito al concretizzarsi della mostra  ’77 una storia di quarant’anni fa nei lavori di Tano D’Amico e Pablo Echaurren  presso il Museo di Roma in Trastevere (2017), Raffaella Perna risponde facendo emergere le preziose complessità e stratificazioni dell’arte fotografica. Secondo lei è dato il gi

Le immagini di Burladies, il libro del fotografo Giovanni Cocco dedicato al mondo del burlesque

Per due anni il fotografo Giovanni Cocco ha viaggiato in lungo e in largo per realizzare una serie di immagini legate al mondo del burlesque, lo spettacolo popolare nato alla fine del XVIII secolo in Inghilterra. Queste immagini ora sono raccolta in un volume in edizione limitata intitolato Burladies…Nell’accezione comune il burlesque è una forma di spettacolo dalla forte componente erotica e sessuale. Pur non mancando una certa dose di sensualità, il burlesque è invece nato nell’Inghilterra Vittoriana tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo come spettacolo popolare a sfondo satirico, composto da diversi elementi. Lo strip-tease è solo uno di questi e non è nemmeno obbligatorio. Sull’universo del burlesque, Giovanni Cocco (Sulmona, 1973) ha realizzato un lungo reportage fotografico dal 2008 al 2010 che adesso vede la luce sotto forma di un libro, autoprodotto e stampato da Graphic Line, Faenza, intitolato Burladies, acquistabile sul sito web del fotografo, nella versione stock

La storia della Scuola di Santa Rosa il movimento spontaneo di Luigi Presicce e Francesco Lauretta

di Santa Nastro La storia dell’arte ci ha abituato all’immagine degli artisti che si ritrovavano nei caffè a parlare, lavorare, confrontarsi insieme. Dagli impressionisti, che sono stati i veri e propri cantori della vita sociale francese, alla Terrazza del caffè la sera, ad Arles, di van Gogh, fino all’arte italiana nei decenni tra anni ’50 e ’60, sono stati innumerevoli gli esempi in cui l’arte è nata e cresciuta attorno al tavolo di un caffè. In un suo splendido articolo uscito su queste colonne Laura Cherubini in ricordo di Marina Ripa di Meana racconta gli incontri tra Franco Angeli e Jack Kerouac, le cene e i momenti di socialità in cui il meglio dell’arte, del cinema, della letteratura si riunivano insieme. E da quegli incontri nascevano idee, progetti. La storia dell’arte. LA SCUOLA DI SANTA ROSA A Firenze, negli ultimi quattro mesi, sta accadendo qualcosa di analogo. Gli artisti Luigi Presicce e Francesco Lauretta si incontrano ogni martedì mattina al bistrot Santa Ro

Cicognara, Hayez e Canova. Un dialogo veneziano a tre voci

di Arianna Testino G allerie dell’Accademia, Venezia ‒ fino al 2 aprile 2018. Nell’anno in cui le Gallerie dell’Accademia festeggiano il loro bicentenario, gli spazi lagunari fanno da cornice a una mostra che si compone di intrecci e storie parallele. Celebrando una stagione veneziana di grande fermento. È una storia di mecenatismo, amore per l’arte e strategie di rilancio creativo quella descritta dalla mostra Canova, Hayez, Cicognara. L’ultima gloria di Venezia , allestita nelle sale delle Gallerie dell’Accademia. A duecento anni di distanza dalla propria nascita, la sede lagunare accoglie un excursus visivo attraverso una stagione particolarmente fertile per la città di Venezia. Come chiarito dal titolo, la trama narrativa segue tre bandoli complementari, individuando in Leopoldo Cicognara, Antonio Canova e Francesco Hayez gli attori da cui si diparte un’ulteriore catena di rapporti. A tenere i fili degli eventi è il conte Cicognara, ferrarese di origine, con un passato a Mi

CI OCCORRE UNA TREGUA. CONTEMPLATIVA

di Maurizio Blondet O che ho l’impressione di aver detto  ciò che occorreva,  e non ci sia più nulla da dire; o che ormai sia inutile rilevare per l’ennesima volta le aberrazioni immedicabili del nostro tempo, sento che ho – abbiamo – bisogno di una tregua. Invece di dire, contemplare.  E’  “ il censimento a Betlemme ” di Pieter Brugel. Una Betlemme fiamminga, familiare al pittore,   vissuto  in quei decenni della piccola glaciazione  di cui Leroy Ladurie scrive  per la Linguadoca: “Il  numero di inverni cattivi passa per un  minimo nettamente caratterizzato fra il 1495 e  il 1555: un  solo grande inverno in tutto e per tutto, dove tutto ghiaccia, il mare, il Rodano, gli ulivi”.  Nel 1562, un parigino scrive: “Non si sapeva se era inverno o estate, se non dalla lunghezza dei giorni”. In Germania  il prezzo della segala quadruplica. Si pattina sul Tamigi ghiacciato.  Nel 1564, nota un diarista francese, il vino gelò nelle botti. In quell’inverno eterno, fra gente e galline, mas

VOCI DELL’ANIMA GRECA

di Vincenzo Gennaro Nella notte dei tempi una lussureggiante valle della catena dei monti Zagros divenne il punto di partenza della lunga marcia della civiltà. In questo luogo l’umanità abbandonò il neolitico, la tarda età della pietra e attraverso impercorribili passi di montagna prima verso est e poi verso sud si avvia al calcolitico, l’età del rame ed in seguito verso l’antica età del bronzo. Non sappiamo cosa abbia generato queste migrazioni non è escluso però che sia stato un drammatico cambiamento climatico. Chi erano questi uomini che si accingevano ad emigrare dall’Armenia alla Mesopotamia. Si trattava di un gruppo di qualche centinaia di individui che si era inizialmente insediato in una valle del lago Urmia. Era la mitica terra del sorgere del sole, un giardino paradisiaco degno della dimora degli Dei. A ovest dell’insediamento un paludoso delta di un fiume che si gettava nel lago. La bibbia non dà un nome a questo fiume , ma abbiamo imparato a conoscerlo come il